Erik Jaeger

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    ERIK JAEGER
    Età: 11
    Data di nascita: 22/11/2010
    Luogo di nascita: Saarbrücken, Germania
    Residenza: Ayr, Scozia
    Status di sangue: Purosangue
    Segno zodiacale: Scorpione
    Gli piacciono: I fumetti, il cioccolato, i supereroi, il quidditch, i videogiochi, essere libero di fare ciò che vuole, scoprire cose nuove
    Non gli piacciono:I bulli, le regole, annoiarsi e le persone che non cambiano idea per partito preso, così come quelle che non sono curiose
    Camera blindata: D031
    Casa: ?
    Olivander: ?
    Curiosità sulla bacchetta:
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    If you don't fight, you can't win. You won't know until you at least try!

    ASPETTO FISICO

    Alto un metro e quarantaquattro centimetri per quaranta chili, Erik si presenta come un bambino dall'aspetto piuttosto anonimo. Insomma, non è particolarmente alto per quella che è la sua età (cosa che gli fa provare un po' di invidia verso i suoi coetanei già più sviluppati) ed è di corporatura esile e piuttosto gracile. Quando non indossa vestiti e risucchia verso l'interno la pancia, è possibile vedere distintamente ogni singola costola, tanto che suo fratello si diverte a fingere di suonare lo xilofono su di lui. Questa sua caratteristica gli è valso, sempre per merito del fratello, il nomignolo "Skellington". Essere così mingherlino però aveva i suoi vantaggi: in quelle piccole gambette all'apparenza così simili a fuscelli, c'è un'esplosività fuori dal comune che fa tutta la differenza del mondo quando si tratta di correre, sia ciò in una palestra di atletica o dalle grinfie di qualche bullo.
    I lunghi capelli neri, convenzionalmente definibili mossi, ma decisamente più tendenti al riccio ribelle, sono forse l'unica caratteristica del giovane nativo tedesco che può vagamente essere riconoscibile anche a distanza di chilometri: sono un autentico casino. Da qualunque lato li si guardi, spesso e volentieri i suoi capelli non hanno senso e sembrano un groviglio di caos puro che, però, in qualche modo lui riusciva a fare funzionare senza alcuno sforzo. Anche perché diciamocelo, non avrebbe la pazienza per star dietro anche ai suoi capelli! Sul naso dritto e "troppo tagliente", come è solito definirlo lui con tono dispregiativo (non è esattamente un grande estimatore del suo naso), fanno capolino diverse lentiggini chiarissime e appena accennate che però risaltano parecchio sulla sua pelle bianca letteralmente come il latte. Gli occhi, grandi e molto espressivi, sono colorati di un castano talmente intenso da esser quasi difficile distinguere l'iride dalla pupilla. Per essere sicuri di aver capito in che stato d'animo versa, basta guardare attentamente il suo sguardo: per chi lo conosce davvero, infatti, i suoi occhi possono davvero essere come un libro aperto. La bocca è larga e dalle labbra piuttosto sottili, che però rendono il suo sorriso ampio e dalla dentatura perfetta davvero contagioso. La voce è ovviamente ancora non definita e molto bianca, usa spesso un tono squillante ed ha una risata cristallina.
    Si veste come un nerd sfigatello, non ha vergogna di indossare maglie e gadget dei suoi fumetti/videogiochi preferiti e probabilmente presto o tardi, se continua a stare attaccato a device elettronici come ha sempre fatto nei suoi primi undici anni di vita, finirà col dover portare gli occhiali.

    CARATTERE

    Stiamo parlando di un bambino di undici anni. Come tanti bambini di un'età del genere, Erik ha un carattere ancora in corso di definizione, facilmente plasmabile dagli eventi che lo hanno accompagnato in questi primi anni di vita ma soprattutto da quelli che lo aspettano da qui in avanti, che lo renderanno l'adulto che sarà un domani. Come qualsiasi bambino di undici anni, ha un unico obiettivo in testa: divertirsi. Ecco, per Erik divertirsi vuol dire tantissime cose diverse. Divertirsi vuol dire leggere i suoi adorati fumetti dei supereroi, certo. Vuol dire guardare i cartoni animati, giocare con i suoi giocattoli preferiti. Ma vuol dire anche uscire a mangiare un gelato -anche d'inverno!- o giocare a quidditch con suo fratello ed i suoi cugini! Divertirsi può voler dire perdersi in biblioteca a leggere per ore cose su argomenti che fino a prima di entrarci non aveva idea neanche esistessero, ma, allo stesso tempo, non significa per forza anche studiare. Erik è un ragazzo che studia, certo, ma solo quando non trova un motivo valido per non farlo... sia esso mancanza di interesse verso la materia in questione o magari un'attività che si prospetti un'alternativa più attraente. Fintanto che si riesce a mantenere viva la sua curiosità e il suo interesse, comunque, Jaeger sarà quasi sempre sul pezzo, il problema è che riuscire a fargli mantenere per troppo tempo il focus su qualcosa non è impresa semplice. È però molto testardo, quindi se dovesse prendere qualcosa sul personale state pur certi che, in un modo o nell'altro, con le buone o con le cattive, riuscirà a portarla a termine.
    In quanto figlio più piccolo nato a diversi anni di distanza dal primo, può tendenzialmente essere un po' viziatello: non ama sentirsi dire di no ed è qualcosa al quale non è molto abituato, quindi ogniqualvolta gli viene negata qualcosa la sua prima reazione è sempre quella di un po' di shock, al quale però il suo orgoglio gli impone di evitare di fare scenate troppo clamorose. La sua tattica privilegiata è infatti quella del broncio: silenzio assoluto e atteggiamento passivo aggressivo, alla lunga riescono sempre a fargli ottenere quello che vuole... a casa. Come e se riuscirà ad averla vinta anche ad Hogwarts, sarà tutto da scoprire.
    In linea di massima, comunque, tende ad essere piuttosto coraggioso, arrivando a sfiorare pericolosamente i picchi della stoltezza e, pertanto, tende anche a cacciarsi in guai dai quali deve spesso trovare il modo di tirarsi fuori. A dispetto di ciò, però, sul suo viso c'è sempre tanta voglia di scherzare e più generalmente un sorriso furbetto di chi sa che in un modo o nell'altro la spunterà. Tende ad essere molto sicuro di sé quando si tratta di usare il cervello, così come allo stesso tempo tende ad essere troppo conscio di sé stesso quando si tratta di skill fisiche: sa di essere una mezza calzetta, quindi quando le cose si mettono sul piano della forza, senza possibilità di aggirare il problema in maniera intelligente, sa di doversela dare a gambe o comunque lasciare il palcoscenico a qualcun altro.
    La sua sete di conoscenza, comunque, non è seconda a niente: anzi, si può dire che la sua voglia di comprendere ciò che lo circonda è ciò che mantiene in moto il suo essere. Una volta che la sua curiosità si è destata, non può fare a meno di assecondarla: se ciò non è possibile, la frustrazione che prova diventa quasi un dolore fisico, impossibile da sopportare.
    Non è il tipo che si definirebbe popolare, il suo modo di fare a volte troppo diretto finisce spesso col farsi attirare le antipatie dei suoi coetanei, che lo considerano spesso o un esaltato, oppure semplicemente uno un po' troppo strambo. Chi riesce però ad andare oltre alle prime apparenze, troverà in Erik sicuramente un amico prezioso in grado di ascoltare e comprendere le persone grazie ad un'insospettabile empatia verso coloro ai quali si affeziona sul serio. Preferisce comunque circondarsi di poche ma fidatissime persone che di grandi folle di amicizie superficiali, quindi per lui prive di significato.
    Ama gli animali e avrebbe sempre desiderato possedere un animale domestico, ma la strettissima politica anti-animali-in-casa di sua madre glielo ha sempre impedito, almeno fino a quando non avrebbe dovuto comprarne uno per l'inizio della scuola.
    I want to see and understand everything about the world out there!
    STORIA
    Erik Jaeger, secondogenito di Harald Jaeger ed Helen West, ha una storia familiare particolare, forse, ma che nel 2022 non dovrebbe nemmeno sorprendere più di tanto. I suoi genitori si sono separati poco dopo la sua nascita: mago purosangue lui, babbana lei... due universi talvolta incociliabili, quello dei maghi e quello dei babbani. Non sempre le cose riescono a funzionare a lungo, quando si è così profondamente diversi. L'amore finisce, le diversità sulle quali all'inizio si soprassiede diventano solchi profondi come gli abissi più oscuri nelle anime di entrambi e alla fine, nel rispetto delle due creature generate, si finisce col prendere strade diverse. Fin quando la coppia era stata sposata, aveva vissuto a Saarbrücken, capoluogo delle Saarland in Germania, terra natia del padre. Aleksander, dieci anni più grande di Erik, aveva da poco iniziato a frequentare Durmstrang quando poco dopo il primo compleanno del fratellino i genitori decisero di separarsi. Al fine di consentirgli di proseguire i suoi studi senza problemi, decisero che Alek sarebbe rimasto con il padre in Germania, mentre la madre ed Erik sarebbero tornati in Scozia, terra natia della donna. Benché la loro fosse stata una separazione consensuale, il risentimento da parte di entrambi c'era e non si poteva fingere non esistesse. Erik quindi visse la sua vita ad Ayr educato e cresciuto come un qualsiasi bambino babbano, eccezion fatta per le estati, che passava per metà in Germania da suo padre e poi, assieme a suo fratello tornava in Scozia per passare la restante metà dell'estate con la mamma. Erik adorava l'estate per quel motivo: erano solo quelle poche settimane all'anno che aveva a disposizione per immergersi davvero nell'altra metà della sua cultura, quella magica. Non che sua madre gli impedisse di avere contatti con quella realtà o con suo padre, ma Erik riusciva a comprendere quanto tutto ciò la ferisse, per questo spesso si limitava a vivere come un babbano (dato che comunque anche quella parte della sua vita aveva molto da offrire) e lasciava che il suo amore ed interesse per la magia fiorissero solo quando era lontano dai suoi sguardi feriti e quasi delusi. Quando passava del tempo con suo fratello, però, che per lui era un po' come un faro ed un punto di riferimento, tutto cambiava connotati: Alek per lui era come uno dei supereroi che tanto amava. Perdeva tempo ad insegnargli usi e costumi del mondo magico, gli leggeva un sacco dei suoi libri e soprattutto gli aveva insegnato a giocare a Quidditch. Nonostante fossero di origini tedesche, entrambi i fratelli avevano in comune la passione per il Puddlemere United ed Erik, nello specifico, idolatrava uno dei suoi battitori, Gallagher. Il rapporto tra i due fratelli è comunque incredibilmente saldo nonostante l'esser costretti a vivere lontani per la maggior parte del tempo: il loro rapporto epistolare è sempre piuttosto serrato e nel fratello, il bambino vede il suo principale confidente.
    Essendo ormai un cittadino scozzese, comunque, al compimento dei suoi undici anni, ricevette la fatidica lettera di ammissione ad Hogwarts: un momento che aveva sognato e temuto al tempo stesso, per moltissimi motivi diversi. Una parte di lui aveva paura che sua madre si sarebbe opposta, avrebbe trovato un modo per tenerlo ancorato alla sua natura babbana. La reazione di sua madre fu però diversa da quella che si aspettava: gli disse che aveva fatto il possibile per farlo crescere nella consapevolezza di essere anche altro oltre che un mago, perché sapeva che quel mondo lo avrebbe eventualmente assorbito. Gli disse che aveva paura di vederlo cambiare e diventare egoista come suo padre era stato nei suoi confronti, dato che per lei i maghi erano tutti uguali, ma non aveva intenzione di tarpargli le ali: che le piacesse o meno, Erik era dotato di potenziale magico e avrebbe dovuto imparare a controllarlo, se voleva vivere serenamente la sua vita. Il bimbo trovò le parole della madre molto coraggiose e per quello le sarà sempre grato, perché era convinto che il suo, di coraggio, lo aveva ereditato proprio da lei. Una donna ferita, che però aveva avuto il coraggio di crescerlo praticamente da sola e di farsi da parte quando il momento era arrivato, nonostante la cosa potesse farle provare del dolore.
    Un nuovo mondo da conoscere meglio ed esplorare si stagliava di fronte a sé: Erik 2.0 era in arrivo e il giovane nativo tedesco si promise che sarebbe stato diverso dall'Erik che era stato fino a quel momento. Popolare non lo sarebbe stato forse mai, ma perlomeno non bullizzato per il suo essere un po' sfigatello? Ecco, su quello si poteva lavorare.

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    @Yuiccia


    Edited by Blaze. - 11/6/2022, 22:08
     
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